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Trevignano Romano custodisce un gioiello: il Museo Civico Etrusco Romano

Uno scrigno di rarità

Quello che non ti aspetti di vedere: ventagli, gioielli, tessuti, sandali, oggetti inusuali di uso quotidiano, veicoli etruschi. E poi, l’incontro con il leggendario Guerriero Avle. Come e quando visitare il museo e partecipare ai laboratori gratuiti.
Intervista a Sonia Tucci, direttore scientifico del Museo.

Museo Civico Etrusco Romano: Pendente con scarabeo inciso, oro e agata
Pendente con scarabeo inciso, oro e agata

Al pianterreno del palazzo comunale di Trevignano Romano c’è un gioiello ed è il Museo Civico Etrusco Romano intitolato al professor Gregorio Bianchini, primo direttore del Museo. Al suo interno, tre sale in tutto, sono custodite diverse rarità. Vuoi sapere quali?

In questo viaggio, come anticipato, ci accompagna una guida d’eccezione: Sonia Tucci, archeologa e direttore scientifico del Museo Civico di Trevignano Romano.

Cosa offre al visitatore questo Museo?

Il Museo è un gioiello del territorio perché rappresenta un periodo ben preciso che va dall’VIII al VI secolo a. C. ed è l’espressione culturale e manifatturiera della comunità locale, dell’intensa rete di rapporti con le realtà circostanti e non solo.
Nello specifico l’esposizione si compone di reperti provenienti da tombe particolarmente ricche rinvenute nella necropoli dell’Olivetello e di Ricostano. Due località situate alle spalle di Trevignano Romano e con un’estensione che va da Est a Ovest. In particolare, il Museo conserva i ritrovamenti di tre tombe: Annesi Piacentini, dei Flabelli e del Guerriero.

Quando e come sono state rinvenute le tombe?

La tomba Annesi Piacentini è stata scoperta nel 1965 in circostanze fortuite dal proprietario del fondo dal quale prende il nome. Questo è un aspetto molto importante. E’ una dimostrazione dell’attenzione della cittadinanza per la preservazione della propria memoria storica e delle proprie radici culturali. Una buona pratica che tutti noi cittadini dovremmo avere. Tra l’altro la valorizzazione del proprio patrimonio culturale rientra nella Convenzione di Faro del Consiglio d’Europa ratificata anche dall’Italia nel settembre 2020. Ognuno di noi è responsabile del patrimonio culturale ereditato dal passato.
Riguardo al ritrovamento della tomba dei Flabelli, sempre in località Olivetello, siamo tra il 1966 e il 1968. Più recente, invece, la scoperta della tomba del Guerriero in località Rigostano avvenuta alla fine degli anni ‘80.

Museo Civico Etrusco Romano, Nella foto: Anfora "orientalizzante" e Calzari di tipo "tirrenico"
Anfora “orientalizzante” e Calzari di tipo “tirrenico”

Cosa è stato trovato nella tomba Annesi Piacentini?

Si tratta di una tomba particolarmente ricca. E’ una tomba a dromos, cioè con un corridoio di accesso e due camere funerarie con all’interno letti funebri circondati da un ricchissimo corredo funerario. L’analisi del corredo di questa tomba ci dice che i defunti erano di un rango sociale medio-alto. Nella prima sala del Museo è possibile ammirare il corredo del simposio, cioè del banchetto. Abbiamo reperti vascolari tipici del periodo, come il bucchero, ma anche oggetti di importazione, ad esempio gli anforoni etrusco-corinzi a teorie di animali e le anfore orientalizzanti con il fregio principale avente un corteo nuziale. Da questi manufatti ricaviamo informazioni sullo stile di vita in epoca etrusca. Si tratta di testimonianze eccezionali.

A questo proposito, il Museo Civico Etrusco Romano di Trevignano Romano conserva alcune rarità. Quali?

Intanto, una è quella dei tessuti. Nella vetrina dedicata ai bronzi della tomba Annesi Piacentini abbiamo dei frammenti di tessuti mineralizzati. Si tratta di una rarità poiché il tessuto è una parte che si decompone più rapidamente.

All’epoca non c’erano i tessuti sintetici…

E già! Ad ogni modo, il rinvenimento dei tessuti è un aspetto molto caratterizzante del Museo. Infatti, la stragrande maggioranza degli elementi bronzei che custodiamo hanno frammenti di tessuti mineralizzati ritrovati sia nella tomba Annesi Piacentini che nella tomba dei Flabelli.
Sui tessuti al momento possiamo dire che sono stati realizzati a telaio verticale, un telaio classico di quel periodo. Sono visibili i fili dell’ordito e della trama. Non sappiamo ancora il tipo di tessuto, cioè se in fibra vegetale o animale. Dallo spessore del filo, in alcuni frammenti, si può ipotizzare fibra animale. Le analisi ci consentiranno di capire anche il tipo di torsione del filo, l’estensione del tessuto e se il filo è stato tinto.
Altri elementi di tessuto mineralizzato li troviamo nei ganci di cintura, altri ancora sui teli che avvolgevano i coltelli.
In questo Museo ci sono tante particolarità e quella dei tessuti è solo un esempio.

Quali sono le altre?

La tomba Annesi Piacentini ci ha restituito molti ori e argenti. Qui al Museo possiamo ammirare diversi gioielli, tra i quali un pendente con scarabeo, un anello in oro, una serie di lamine d’oro che ricoprivano le fibule, cioè le spille che fissavano le vesti e i mantelli. Tra i gioielli da evidenziare è il pendente in oro con scarabeo in agata incisa, ma anche vaghi in ambra proveniente dal Baltico. Questo ci fa capire l’intensa attività di scambi anche a lunghissima distanza. Altre particolarità sono le perle in pasta vitrea e le perline in osso. Abbiamo anche elementi decorativi del mobilio, come i pomelli o borchie che venivano inseriti negli oggetti in legno. Oppure un altro aspetto molto interessante sono le grattugie da formaggio che veniva mescolato nel vino. All’epoca il vino veniva consumato con spezie e miele, ma era frequente gustarlo anche con del formaggio grattugiato.

un altro aspetto molto interessante sono le grattuge da formaggio che veniva mescolato nel vino
Grattugie in bronzo

Una delle particolarità di questo Museo è la tomba del Guerriero. Chi era?

Noi lo chiamiamo affettuosamente Avle. La tomba del Guerriero, rinvenuta in località Rigostano, è ancora più antica delle due precedenti, infatti risale all’VIII secolo a. C. Nel caso specifico nel Museo è possibile osservarne il corpo deposto nel pane di terra insieme a una buona parte degli oggetti del corredo funerario in bronzo e in ferro. Nel caso della tomba del Guerriero, si è trattato di uno scavo estrapolato dal suo contesto originario ed effettuato in laboratorio.

Una delle particolarità di questo Museo è la tomba del Guerriero
Tomba del guerriero
La tomba del Guerriero, rinvenuta in località Rigostano, è ancora più antica delle due precedenti
Tomba del guerriero

Ovviamente, noi archeologi scaviamo secondo un sistema stratigrafico. In questo caso, i micro-livelli di terreno sono stati parzialmente esportati e il corpo del defunto è stato sottoposto a restauro durante le fasi di scavo in laboratorio. E questa è stata una fortuna perché, come si vede, ci sono parti che sono state scavate ed altre sono state lasciate ancora parzialmente coperte. Si tratta di un’operazione particolarmente delicata in quanto i livelli di mantenimento dei materiali sono estremamente critici.
Uno degli obiettivi che vorremmo raggiungere a breve, spero, è quello di poter fare ulteriori scavi. Sarà un lavoro da farsi con gli antropologi fisici per quanto riguarda i resti ossei e con i restauratori per quanto concerne i materiali.

Cosa possiamo vedere del corredo funerario del Guerriero?

Anche in questo caso il corredo funerario è davvero molto ricco. Oltre al pugnale e allo scudo parzialmente scavato, abbiamo una enorme quantità di fibule differenziate ad arco ingrossato e a doppio archetto, un rasoio, un bracciale. Dall’immagine che ci restituisce la sepoltura, vediamo ricostruito il corredo funerario. L’altro aspetto che caratterizza questa sepoltura è l’individuazione di una sorta di “scettro” di cui si intravede il pomello in bronzo.

Quindi aveva uno scettro?

Più che altro un bastone del potere. E questo ci fa capire che era un personaggio di rango elevato. La definizione “scettro” va presa un po’ con le pinze perché non sappiamo la funzione di questo bastone. Sappiamo però che è stato trovato in sepolture analoghe ed anche in tombe femminili. Nelle Marche, ad esempio, sono state trovate diverse tombe definite di “principesse” proprio perché avevano questi pomellini decorati con tratti distintivi.
Nella tomba del Guerriero possiamo ancora vedere la traccia dell’elemento ligneo deposto in prossimità della spalla.

Curioso anche il ritrovamento del rasoio…

Infatti, si tratta di un ritrovamento molto interessante. Gli archeologi discutono ancora sulla funzionalità. Perché andrebbe fatta un’analisi sulle lame in metallo. Questo ci farebbe capire se il rasoio è stato utilizzato per tagliare i capelli, tagliare la barba, o per tagliare altri elementi. Per comprenderne realmente l’utilizzo occorrono analisi più approfondite.

E veniamo a quello che è il simbolo del Museo. Di cosa si tratta?

È un flabello, un ventaglio. Quello esposto al Museo è il più caratterizzante anche per forma e dimensione. Il flabello è un altro simbolo del potere. C’è una domanda che pongo sempre ai visitatori: “Come è stato realizzato”? In esposizione abbiamo anche un flabello più piccolo, ma in ogni caso colpisce la manifattura. Quindi c’è da chiedersi il livello di competenze artigianali e la tipologia della strumentazione utilizzata per realizzare un oggetto di questo tipo.

il simbolo del Museo: È un flabello, un ventaglio
Flabello, lamina in bronzo decorata con tecnica “a sbalzo”

Qual è il materiale?

Il materiale è in bronzo ed ha una lamina sottilissima, siamo intorno ai decimi di millimetro. Probabilmente nella parte posteriore aveva un supporto in legno. Ma la cosa interessante è che ci deve essere stato un processo particolarmente accurato per lavorare la lamina, non avevano certo la strumentazione di oggi. Quindi un tipo di ricerca che stiamo facendo è capire come poteva essere il laminatoio o le tecniche di laminazione che hanno consentito questo risultato. Certamente si fondeva un lingotto e poi con dei martelli, che potevano essere in pietra o in legno particolarmente duro, il lingotto di bronzo veniva appiattito e laminato fino a raggiungere uno spessore pazzesco e uniforme in tutti i punti. È quasi una foglia. L’uniformità ci fa capire il livello e professionalità raggiunta.

E’ usuale trovare reperti di questo tipo?

No, non è così comune. Questo è un reperto abbastanza singolare che è di derivazione orientale e medio-orientale. Infatti, il flabello è un reperto distintivo di questo Museo.

Per riassumere: tra le rarità abbiamo frammenti di tessuti, gioielli particolari, ventagli, grattugie, il corpo di un guerriero con “scettro”, cos’altro ancora?

Nella tomba dei Flabelli, oltre ai ventagli, abbiamo trovato altre particolarità: tra le quali un carro e un calesse. È possibile vedere i reperti delle ruote, del mozzo, il terminale bronzeo a tridente, i ganci vari per la connessione con il cavallo e tanti altri elementi.

abbiamo diversi reperti inusuali, come la tazza con maschera umana
Tazza “antropoide” decorata con maschera umana

Inoltre, per tornare alla tomba Annesi Piacentini, abbiamo diversi reperti inusuali, come la tazza con maschera umana, la pisside, una sorta di beauty case dell’antichità, una serie di oggetti per contenere essenze profumate per la cura del corpo, senza contare l’alta manifattura dei sandali femminili.
Raro, invece, il vaso con filtro interno.
Il fatto è che quando pensiamo agli etruschi ci vengono in mente i classici buccheri, in realtà c’è molto molto di più. Per questo dico che questo Museo è un gioiello perché ha tante particolarità e tante storie da narrare in ogni singolo elemento. Per raccontarli tutti ci vorrebbero giornate intere.

Com’era Trevignano Romano in epoca etrusca?

Sicuramente era un centro molto attivo e con una differenziazione sociale molto marcata. Doveva essere un territorio molto ricco vista la presenza di oggetti ceramici e in metallo, bronzo, ori e argenti, rinvenuti nelle tombe. Parliamo di un territorio con una fitta rete di scambi con la Tuscia viterbese e con l’agro veientano. Insomma, intensi scambi nel breve, medio e persino lungo raggio.

Questo è un museo anche romano, giusto?

Esattamente. Alcuni reperti sono esposti anche nell’area verde antistante la Piazza del Comune, come lastre funerarie e frammenti di fregi. Ad ogni modo, non tutti i reperti provengono da scavo, alcuni sono delle donazioni. Quindi, dobbiamo ricostruirne il contesto sul territorio.

Questo Museo è molto attivo. Infatti, spesso, nei fine settimana si tengono diversi laboratori. Di cosa si tratta?

Sì, sono laboratori di archeologia sperimentale.

Cos’è l’archeologia sperimentale?

La riproduzione, secondo protocolli scientifici, della manifattura di un oggetto antico. Può trattarsi di un vaso in ceramica, di una fibula in bronzo, ma anche di un alimento e tanto altro.

Qual è il vostro programma di attività?

Oltre al programma di educazione per le scuole, organizziamo diverse attività rivolte a un pubblico molto ampio. Ci siamo trovati molto spesso a fare laboratori di archeologia sperimentale con un pubblico eterogeneo che va dai bambini agli adulti. Anche laboratori in cui partecipa tutta la famiglia.
Tra l’altro ci stiamo organizzando per poter creare corsi di archeologia sperimentale rivolti a studenti universitari e a tutti coloro che hanno interesse verso determinate tematiche. I corsi avranno una durata variabile e riguarderanno la riproduzione di alcuni reperti etruschi delle nostre collezioni: dai vasi ai gioielli in bronzo. Quindi, oltre ai laboratori, si aggiungeranno anche i corsi di archeologia sperimentale. Non solo riproduzioni, quanto piuttosto la comprensione delle tecniche e delle tecnologie antiche. L’obiettivo è recuperare un sapere, ci teniamo particolarmente.

Perché è così importante?

Perché il sapere delle tecnologie antiche è un po’ quel sapere artigianale che stiamo perdendo. Ad esempio, non tutti sanno come si intrecciano i canestri o si fa la fusione di un metallo, come si produce un contenitore d’argilla o si tesse al telaio. A noi piace spiegare il sapere che c’è dietro al manufatto. Il sapere ti riconnette all’essere umano.

E poi può tornare sempre utile, no?

Certamente. Può tornarci utile in vari momenti della nostra vita. Ad esempio, è anche utile saper riconoscere le erbe spontanee. Molte di queste erbe in antichità venivano utilizzate per la tintura dei tessuti. Quindi, saper riconoscere le essenze del nostro territorio ci aiuta a comprendere come potremmo vivere meglio il nostro quotidiano. Ci sono tutta una serie di aspetti che noi vorremmo riconnettere a una migliore qualità della vita. Questo viene definito retro-innovazione. Cioè i saperi del passato che si riconnettono con le tecnologie moderne e ci consentono di costruire il futuro in un’ottica di eco-sostenibilità e di sviluppo sostenibile. Questo per noi è un aspetto imprescindibile e l’archeologia sperimentale ci aiuta ad andare in quella direzione.

Logo del MUSEO CIVICO ETRUSCO ROMANO di Trevignano Romano

COME VISITARE IL MUSEO E TENERSI INFORMATI SULLE ATTIVITÀ

Dove si trova, contatti, orari e visite

Il Museo Civico Etrusco Romano di Trevignano Romano si trova al piano terra del palazzo Comunale in piazza Vittorio Emanuele III, nel centro del Paese.

  • Gli orari di apertura: dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 19:00.
  • Il Museo è chiuso il lunedì.
  • L’ingresso è gratuito. È previsto un biglietto di ingresso a pagamento solo in caso di mostre.
  • Le visite guidate sono a pagamento e su prenotazione. I gruppi con più di 15 persone devono prenotare l’ingresso.
  • Questi i contatti: scrivi alla mail del museo; oppure chiama il numero 06 9991 20201.

La pagina social del Museo Civico Etrusco Romano

Per tutti gli aggiornamenti su attività, mostre, laboratori gratuiti è possibile seguire la pagina social del Museo su Facebook .

Da non perdere ogni martedì l’appuntamento con la rubrica social #QuelCheNonSapevi sul vivere quotidiano degli etruschi.

Visita anche la pagina del Museo Civico Etrusco-Romano del Comune di Trevignano Romano

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