Un viaggio emozionante lungo 179 fotografie. Alcuni luoghi saprai riconoscerli altri ti sembrerà di essere altrove. Eppure sei sul territorio del Lago di Bracciano. Un luogo magico che ti sorprenderà anche se pensi di conoscerlo. Intervista all’autore del reportage fotografico LACUS, Andrea Getuli.

Lacus, intervista ad Andrea Getuli
Il reportage fotografico sul Lago di Bracciano
Un viaggio emozionante lungo 179 fotografie, armonia di luoghi conosciuti e sconosciuti
Ti è mai capitato si sentirti completamente dentro a una fotografia pur non essendoci realmente? O di provare un senso di assoluta meraviglia davanti a uno scatto fotografico e chiederti “ma dov’è questo luogo”? Ed avere la risposta più scontata: “Ma è a due passi da qui”!

Insomma, è un po’ tutto questo quello che si prova sfogliando e soffermandosi sulle 179 immagini del reportage fotografico LACUS – Lago di Bracciano di Andrea Getuli, presentato recentemente presso la Sala consigliare del Comune di Trevignano Romano con tanto di mostra fotografica. Un lavoro che è un omaggio al Lago Sabatino, al suo territorio, alle sue meraviglie naturalistiche, ai suoi borghi. La chiave di lettura è quella di mostrare ciò che solitamente non vediamo, per questo è così emozionante e sorprendente.
L’opera che va dal primo scatto del 1997 fino agli ultimi del 2023, è stata realizzata con il patrocinio del Parco Regionale Naturale di Bracciano e Martignano, in collaborazione con il Comune di Trevignano Romano e della locale Apt.

ANDREA GETULI RACCONTA IL SUO REPORTAGE LACUS E QUALCHE ANEDOTTO
Prima di entrare nello specifico del reportage fotografico LACUS, alcune informazioni sull’autore Andrea Getuli. Naturalmente, è un fotografo professionista e la passione per la fotografia lo ha portato in giro per il mondo. Ha iniziato il suo percorso lavorando nel campo del reportage geografico ed architettura d’interni. Ha collaborato e pubblicato le sue fotografie nelle più importanti riviste del settore, come Bell’Italia, Dove, Traveller, Habitat South Africa, I viaggi di Repubblica. Dal 2003 si è specializzato nella fotografia degli alberghi di lusso collaborando con le catene come Waldorf Asoria, The Leading Hotels of the Word, Marriott e tante altre.
In un certo senso, il reportage fotografico LACUS è un ritorno alle origini.
Andrea Getuli vive a Trevignano Romano dal 2005. «Mi sono innamorato di questo Paese e della natura che lo circonda. Oltre alla fotografia – racconta – sono appassionato di sport, mi piace la vela e qui ci sono tanti circoli velici. Pratico il nuoto, amo fare passeggiate, escursioni nei boschi anche in mountain bike. Inoltre, Trevignano ha anche la comodità di essere vicino a Roma e a tutti i servizi».

Andrea, perché hai deciso di fare questo reportage dedicato al Lago di Bracciano e al suo territorio?
Tutto è iniziato per caso, la prima foto è del 1997. Al principio non avevo un progetto definito. Nel tempo poi ho accumulato una serie di scatti e ho iniziato a vederli in sequenza, rendendomi conto che da quelle prime immagini poteva nascere qualcosa di interessante. Prima del Covid feci vedere le foto alla sindaca di Trevignano Romano, Claudia Maciucchi, e al vice-sindaco Luca Galloni, entrambi ne furono entusiasti e mi diedero la spinta ad andare avanti. All’epoca, quando ci incontrammo, avevo circa 70 immagini; poi, a causa della pandemia, stando fermo per il mio lavoro, mi sono detto che era arrivato il momento di andare avanti. Così, nei 3 anni successivi mi sono dedicato al reportage in maniera più assidua, riuscendo a fare scatti irripetibili: la nebbia, ad esempio, che dà quel senso ovattato del Lago, atmosfere uniche che durano solo quell’attimo.
Come scrive Tiziana Alterio nella prefazione al Reportage, c’è anche un impegno civile in questo tuo lavoro…
È così. Siamo presi dalla routine quotidiana e non ci rendiamo conto che viviamo in un posto bellissimo. Il mio è un invito a preservare questi luoghi e ad averne cura. Per questo mi rivolgo soprattutto alle nuove generazioni, saranno loro in futuro a dover proteggere questo territorio e a difenderne la bellezza.

Un reportage naturalistico di questo tipo presuppone determinate conoscenze: i luoghi, le abitudini degli animali e il saperli riconoscere. Come hai fatto?
Dopo 30 anni di esperienza di reportage naturalistici e geografici ho imparato molto sugli animali, insomma non ho difficoltà a riconoscerli.
E i luoghi invece? Qualcuno ti ha aiutato?
Vivo molto il lago e pratico anche molto sport. Molti dei luoghi li ho conosciuti andando in mountain bike e nelle mie varie pratiche sportive in acqua, dal nuoto al windsurf. Ho scelto i luoghi in base alle mie conoscenze. Mi sono anche affidato ad alcune persone del posto che mi hanno aiutato a trovare i punti migliori, quelli più belli, mi hanno dato assistenza, e nel libro le cito una a una.

Nel libro racconti non solo l’ambiente naturalistico, ma anche i paesi che si affacciano sul lago…
Ogni paesino ha il suo centro storico caratteristico. Non ho fatto foto troppo descrittive, piuttosto ho voluto fare fotografie evocative; ad esempio, il paese o una parte di esso attraversato da una luce particolare: albe, tramonti, nebbia. Scatti che suscitano emozioni.
Come mai hai questa predilezione per i tramonti, le albe, la nebbia?
Sono le ore dorate dove tutto è diverso. In particolare l’alba, perché non siamo abituati a vederla.

Oltre ai tre Comuni che si affacciano sul Lago di Bracciano, ce ne sono altri che fanno parte del Parco Regionale Naturale di Bracciano e Martignano. Insomma, un vero e proprio itinerario…
Venire a Trevignano Romano e non visitare Sutri, oppure la Faggeta di Oriolo Romano, o ancora il Palazzo Giustiniani Odescalchi di Bassano Romano – e potrei proseguire – significa privarsi di qualcosa di bello e importante.
È stata difficile la selezione delle foto?
Sono foto molto eterogenee e grazie a questo non ho avuto difficoltà nella scelta. Il territorio del Lago di Bracciano ha una biodiversità incredibile, una differenza di paesaggio e di ambienti che non ti aspetteresti mai di vedere. Per questo sono foto tutte diverse l’una dall’altra. Sfogliando questo libro ti sembra di essere in luoghi diversi e distanti tra loro. Nel territorio del Lago di Bracciano c’è una varietà di paesaggio pazzesca.

Qual è la foto che ti ha emozionato di più?
In generale, mi emoziona di più fotografare gli animali, anche perché è più difficile ritrarli. Ti “costringono” a lunghi appostamenti. Infatti, mi manca il contatto stretto che ho avuto con la natura e con gli animali. Mi mancano il Martin Pescatore, l’Airone Guardaboi e tante altre specie. Facendo queste esperienze, ti rendi conto di quanto l’uomo sia ospite su questa terra, eppure siamo noi che mettiamo a rischio tante specie che vivono in natura.
Qual è la foto che ti è costata più fatica fare?
Quella che io chiamo Into the wild, dove c’è la neve, un rudere del 1800 e più in là una roulotte. Per questa foto sono partito all’alba da via dell’Olivetello a piedi (non si poteva usare altro per via della neve); ho percorso 6 km con tutta l’attrezzatura in spalla, tra salite e discese, fino ad arrivare all’agognata meta; e ho fotografato quando è uscita la prima luce.

Oltre alla macchina fotografica, quali strumentazioni hai utilizzato?
Il drone e anche il floaiting hide, un galleggiante che mi permette di mimetizzarmi per fare le foto in acqua. Ma ho anche utilizzato un comune galleggiante a forma di papera.
Come?
Sì, è stato necessario per fotografare il Fistione Turco al Lago di Martignano. Sono entrato in acqua con la muta (era febbraio) e con questo galleggiante mi sono mimetizzato.
Quanto conta la fortuna nelle foto naturalistiche?
Più che la fortuna conta la perseveranza. Insomma, essere un po’ testardi.

Qual è la foto che ti ha richiesto più tempo?
Quella al Fistione Turco. È una specie migratoria che per un po’ rimane sul Lago di Bracciano e poi si sposta su quello di Martignano. Per fotografarlo ho dovuto costeggiare il Lago per un km stando in acqua con la muta, mimetizzandomi con il galleggiante a forma di papera, come dicevo prima, e con 20 kg di attrezzatura al seguito.
Quanto ci hai impiegato?
Diversi giorni, tantissime ore. Andavo e non c’era. Cercavo di fare sempre foto particolari, la coppia, tutti loro (sono centinaia). Dovevo prendere il momento giusto, la luce giusta. Comunque, tra sopralluoghi, e qualche giornata sfortunata, in totale questo Reportage è un lavoro di oltre un anno e mezzo.
Questo perché dietro a ogni foto di LACUS c’è un’idea. Sono fotografie molto ragionate, anche se non sembra. Non sono casuali. C’è una idea di luce, di inquadratura, di visione della bellezza di questo posto. Spero che le emozioni che ho voluto trasmettere in queste foto vengano apprezzate.
Delle fotografie del reportage farai delle stampe, giusto?
Esattamente, saranno stampe in fine art a tiratura limitata da 0 a 25.

Dove acquistare Lacus
DOVE TROVARE IL REPORTAGE LACUS – LAGO DI BRACCIANO
Il reportage fotografico LACUS – Lago di Bracciano è disponibile presso li PIT (Punto di Informazioni Turistiche) di Trevignano Romano in Piazza Vittorio Emanuele III, di fronte al Municipio. Inoltre, è possibile acquistarlo presso alcuni negozi del territorio.
Scopri tutto sul libro fotografico Lacus e dove acquistarlo
