6° Bandiera BLU 2018 – 2023

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Il furto nel museo etrusco

di C. Aurora, M. Federico, S. Siria Marissa Alita, S. Matteo
da Trevignano Romano
Scuola Secondaria di I grado I.C. Tommaso Silvestri
Classe 1D

2° Posto

CLASSIFICA DEI RAGAZZI: Questo racconto è stato scelto dai ragazzi della scuola Secondaria di I grado IC Tommaso Silvestri di Trevignano Romano tra i tanti del festival 2023

Buona lettura

Tema 2023: Il Mistero delle Pantane

Il furto nel museo etrusco

Era una bella giornata d’estate, quando un poliziotto di nome Alessandro decise di trasferirsi nel paese natale del padre, con il figlio Jonathan: Trevignano Romano, in Italia, per seguire un caso che gli era stato affidato dal governo, date le sue grandi capacità investigative.
Nel museo di Trevignano Romano, infatti, era stato rubato un vaso etrusco di inestimabile valore, sul quale era raffigurato un vigneto simbolo del paese.
Jonathan, il nostro protagonista, una sera si recò a casa del cugino e, dopo cena, decisero di uscire insieme per fare una passeggiata. Il cugino propose di fargli conoscere le Pantane, splendide oasi in zona, che di notte erano ancora più affascinanti, nonché in qualche modo misteriose. Mentre si addentrarono nel fitto canneto, videro qualcosa luccicare: era il bagliore della luna che rifletteva su quelle che scoprirono essere le decorazioni di alcuni vasi in oro. I due cugini, allora, si avvicinarono e riconobbero tutti gli oggetti rubati di cui si era parlato tanto nei giornali e nei servizi televisivi. Jonathan corse subito dal padre per avvisarlo e che, rimasto sconvolto per l’accaduto, chiamò tutti i poliziotti della zona, i quali, la mattina dopo, avvisarono anche la guardia forestale, che andò a ispezionare il luogo.
Pur avendo trovato gli oggetti rubati, il caso non era chiuso: infatti, si doveva ancora trovare il responsabile. Ad un tratto, Alessandro notò per terra una carta d’identità, era di una ragazza: finalmente avevano una prova e un nome, Cloe.
Il padre di Jonathan, così, corse nell’abitazione della ragazza, indicata sul documento ritrovato, senza chiedere aiuto a nessuno, convinto di poter riuscire a risolvere il caso da solo. Quando entrò nell’abitazione si mise a cercare qualsiasi prova e all’interno di una intercapedine trovò dei guanti, un passamontagna nero, degli occhiali ad infrarossi e, per finire, una mappa del museo. Insomma, non vi era più alcun dubbio: la colpevole era sicuramente Cloe.
Si nascose in un angolo della cucina per aspettare la ragazza e quando giunse la sera, l’investigatore riuscì nella sua impresa: la ragazza fu catturata.
Alessandro avvertì subito il figlio, che lo raggiunse in fretta. Jonathan passò per il centro storico e bussò nella casa della colpevole: nessuno gli aprì, allora guardò dalla finestra e in quel momento vide la ragazza in manette. Rimase incantato per la bellezza di Cloe, al punto da sentire di essersi innamorato a prima vista, un vero e proprio colpo di fulmine! Provò, allora, a convincere il padre a darle un’altra possibilità: era solo una ragazzina, dopotutto. Magari era stata costretta da qualcuno a compiere quei furti o la sua famiglia aveva bisogno di denaro…
Alessandro decise di accontentare il figlio, ma la colpevole doveva restituire tutta la refurtiva e promettere che non avrebbe mai più rubato; alla sua famiglia sarebbe stato offerto tutto l’aiuto possibile dalle autorità stesse.
Jonathan era molto felice per la buona azione che aveva fatto per lui suo padre e allora, per festeggiare la risoluzione del caso e allentare la tensione di quella serata, decise di farsi un bagno al lago.
Mentre nuotava, però, sopraggiunse una tempesta improvvisa e Jonathan si rese conto di non riuscire a tornare a riva da solo. Il caso volle, però, che Cloe, la splendida ragazza di prima, dagli occhi azzurri, capelli biondi e mossi, naso piccolo, guance rosee e labbra sottili, vedendolo in pericolo, lo salvasse, gettandosi in acqua per poterlo riportare a riva sano e salvo.
Jonathan riprese conoscenza, aprì gli occhi, si mise a sorridere per la contentezza di essere stato salvato dalla ragazza che gli aveva rapito il cuore sin dal principio, sebbene l’avesse conosciuta in una circostanza anomala.
La bellissima Cloe decise di ospitarlo per qualche giorno nella propria casa per ringraziarlo del favore che le aveva fatto. I due si innamorarono e costruirono un legame destinato a durare per sempre. Evidentemente, il loro rapporto era proprio scritto nel destino.
Da adulti, infatti, decisero di costruire una casetta proprio tra le Pantane per viverci insieme e ricordare il momento e la causa per cui si erano conosciuti.
Cloe aveva iniziato a fare la guida turistica del luogo in cui conobbe anni prima il suo futuro marito, mentre Jonathan divenne un bravo poliziotto come lo era suo padre.
Trevignano Romano da quel giorno divenne un luogo molto sicuro e pieno di turisti per le bellezze delle Pantane e per lo splendido lago.

“Il furto nel museo etrusco”
è un racconto scritto da C. Aurora, M. Federico, S. Siria Marissa Alita, S. Matteo

per il Festival dei Racconti Brevi di Trevignano Romano Turismo

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I ragazzi della scuola di Trevignano Romano leggeranno tutti i racconti e ci diranno quale è più piaciuto loro… avremo così una classifica “amatoriale” delle storie più apprezzate. In bocca al lupo a tutti i partecipanti.

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Questa edizione del Festival purtroppo è conclusa ma non preoccuparti, se ci aiuterai con la tua fantasia, vorremmo che questo sia un appuntamento annuale sempre più importante. Il prossimo anno cercheremo un nuovo tema per dare spazio alla creatività e alla scrittura.

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